Un uomo disperato ammazza il figlio disabile e tenta il suicidio. Un atto disperato, una vera tragedia umana e personale.
Ma anche il grido di dolore, estremo e inaspettato, di un uomo rimasto solo.
Il protagonista di questo dramma era rimasto vedovo. Temeva da tempo per il futuro del suo unico figlio, affetto da disabilità.
E lui, solo ad occuparsene, tra mille difficoltà economiche e sociali, non riusciva ad intravedere una soluzione.
Cinquantacinque anni, mai segni di squilibrio, un uomo tranquillo dedito alla famiglia…e tuttavia solo, molto solo, affranto dalla perdita della consorte.
E’ ricoverato presso l’ospedale Maggiore di Novara in gravissime condizioni.
L’ultimo di centinaia di casi di malessere sociale, frutto di una profonda e preoccupante carenza di sostegno da parte delle istituzioni preposte a chi vive simili situazioni di disagio.
Le tragedie della solitudine si consumano così, nel silenzio assordante di buona parte di noi cittadini.
La frenesia quotidiana finisce per assorbire ogni attimo della nostra giornata.
Siamo sicuramente più attenti allo squillo di un messaggio sullo smart phone piuttosto che alla persona che ci siede accanto in metro.
Si sta perdendo sempre di più il lato “umano” del nostro essere.
L’ennesima caso,l’ennesima sconfitta sociale…