Caos Pensioni : ciò che resterà agli italiani, forse…
Mentre l’Inps invia lettere a tinte fosche, Padoan studia un piano anticrisi.
Triste sorpresa per milioni di italiani di ritorno dalle vacanze estive.
I più fortunati, quelli che in tempi di crisi aggrappano le proprie speranze alla prospettiva – breve o lunga – di una uscita dal lavoro accompagnata da una legittima pensione, hanno trovato nella cassetta della posta non più cartoline e promozioni pubblicitarie, bensì una lettera da un minaccioso mittente, l’Istituto Nazionale di Previdenza.
La missiva, corredata da dettagliate spiegazioni,ha come triste contenuto la contabilità di ciò che resta, dopo decenni di lavoro, agli sfortunati contribuenti.
La maggioranza dovrà prendere atto di una “riqualificazione” complessiva che nasconde tagli e decurtazioni.
E in un momento in cui di lavoro si parla sempre meno, non è difficile intuire quanto sia amara la pillola che dovranno ingoiare – ancora una volta - gli italiani.
In pensione a sessantanove anni. Questo il limite di età decretato dal Governo per porre fine ad una vita di sacrifici e sogni infranti. Chi paga il prezzo più alto è sicuramente la fascia di popolazione più sensibile in questo momento in termini di disoccupazione : i giovani.
Ma che si tratti di giovani o di anziani, la previsione di quella che sarà la pensione non è per niente positiva.
“Andrò in pensione nel 2056 , tra quarant’anni , quando ormai non avrò più neanche la forza di potermi godere quel poco che ho tanto faticato,sempre che sia fortunato a non essere licenziato prima “, racconta Adriano, originario di Padova, impiegato in un’ azienda farmaceutica.
Molti giovani, passando per stage, contratti d’inserimento , co.co.pro e partite iva individuali, non si vedranno nemmeno riconoscere i contributi perché versati in casse previdenziali differenti.
Un vero e proprio incubo insomma…
Nell’incertezza più totale , il Governo tenta di correre ai ripari studiando formule ad hoc per tamponare il problema.
“Fondo europeo per l’indennità di disoccupazione” si chiama, ad esempio, il piano che dovrebbe, a detta del Ministro per l’economia Padoan, risanare le prospettive pensionistiche in quei Paesi, in primis l’Italia, in cui l’occupazione è al di sotto della media europea.
Un fondo comune, al quale attingere in caso di necessità.
Altra novità, sempre al vaglio degli esperti nel settore , è la cosiddetta Ape (anticipo pensionistico ), una sorta di finanziamento da parte dell’ente previdenziale formulato in base alle specifiche necessità del pensionato , che dovrà poi restituire nell’arco di cinque anni.
Quest’ultima proposta lascia tuttavia svariati dubbi , come l’onere da parte dello Stato a stipulare un’assicurazione con le banche in caso di decesso del contribuente.
Proposte, ipotesi di soluzione. Lo scenario non è felice. Da una parte, i pensionati che non arrivano a fine mese; dall’altra la folla di coloro che, forse, in pensione nemmeno ci andranno e dovranno abbandonare l’idea di una vecchiaia di meritato riposo.
Staremo a vedere…