E’ trascorso un anno esatto da quella tragica notte del 13 novembre 2015. Quell’agguato consumato nel cuore della Francia e costato la vita a ben 130 persone, la maggior parte giovani, è ancora una ferita aperta per la gente di Parigi.
“Da allora”, commentano i giovani francesi, “ nulla è più stato come prima…”.
Doveva essere una serata come tante, un venerdì sera, trascorso in un luogo di festa e di aggregazione in uno dei “templi” della musica europea. Poi, all’improvviso, tutto si è trasformato nel peggiore degli incubi…
Il teatro Bataclan è diventato così lo scenario del più atroce degli attentati “targati” Isis : uomini armati hanno fatto irruzione durante il concerto sparando all’impazzata sui presenti, segnando con il sangue e con inaudita ed efferata violenza le scene terribili che mai nessuno potrà cancellare dalle menti dei sopravvissuti.
Un piano studiato da tempo: con la stessa ferocia, simultaneamente, si susseguirono altri tre attentati in luoghi diversi, sempre nel cuore di Parigi, un colpo devastante alla sicurezza di quel Paese.
Ben 26 nazioni hanno pagato con la vita dei propri cittadini, inclusa l’Italia con la perdita di una giovane studentessa arrivata a Parigi per realizzare il sogno di terminare gli studi. Persone ignare che quella sera sarebbero andate incontro al triste epilogo della loro esistenza.